Passa ai contenuti principali

Salire

Abitiamo ad un passo dalle montagne:
un'ora d'auto dalle Alpi.


Se vogliamo vederle.

Altra cosa se vogliamo salire.

Un tempo affondavamo i piedi negli scarponi e seguivamo i sentieri.



Perché salire era la nostra passione.

 Poi la ruggine del quotidiano,
dell'altro che spesso riempie le nostre vite
ed anche per il peso degli zaini,
cresciuto con la famiglia,
ci ha fatto immaginare 
le cime 
e i pendii 
e i ruscelli che bagnano i pendii.

Quest'anno siamo tornati.


Perché di salire non ci si dimentica.

Ed ecco la cima,
il colle,
il rifugio,
il blu che taglia l'orizzonte,
che pare vicino
ed invece non arriva mai.



Perché salire è una conquista.

Poi si giunge ad una valletta 
dove la via riposa 
e si tira il fiato,


 il verde tra i pini 
e le radure si avvolgono di nebbia e nuvoloni 



e così il cammino s'affretta 
racchiuso in maglioni ;
poi ancora pietre 
come tessere di un mosaico 
che ti portano alla meta.


Perché salire è pazienza applicata alle tue gambe.

Un ultimo strappo,
il sentiero afferra le erbe,
piume di lana 
che si piegano ai venti delle altezze.


Laghi inaspettati 
e ruscelli che bagnano i pendii:
ora li sfiori oltre l'immaginazione.



Perché salire è una continua scoperta.

Finalmente i tuoi piedi e la fatica ti hanno portato là,
ad abbracciare il colle ventoso.
Pieno lo sguardo,
pieno il cuore:
i battiti possono rallentare,
comincia lo stupore.



Perché salire è unico ed ogni volta una scommessa.

La discesa è un ripercorrere passi consueti,
tornando nel tempo,
respirando bellezze e ricordi:
nuove mete nascoste nelle parole.


Perché di salire non si è mai finito.

Come questi tempi che mi attendono,
giorni di scuola da condurre nell'anno,
vita preziosa di un nipote non  ancora giunto,
progetti ed idee che verranno,
attimi unici di Lollo a Little Rock.


Perché di salire non ne abbiamo mai abbastanza.

Lassù è troppo bello.

Ma l'ultima salita,
quella che si fa senz' altro negli occhi...

Mi piacerebbe chiederlo.

Com'è nonni?


Perché salire è trovare il cielo.

Lorenza




Commenti

Post popolari in questo blog

E Malama:Canto di guarigione per la madre Terra

 Mi sono svegliata presto. Credits Prevedo la classica giornata di una maestra  che va a scuola a preparare l'aula ed i primi lavori dei bimbi. Mi incanto a guardare il sorgere del sole, per un attimo mollo i pensieri,il da farsi,il consueto,la velocità e scrivo ad un'amica: "Oggi necessito di una spiaggia con davanti il mare,semmai pure l'oceano." Ed è così che nasce il canto da proporre lunedì agli alunni,di certo più storditi di me. Credits Canto di guarigione per la madre Terra,così si chiama: E Malama .( Testo ) Lo eseguono gli hawaiani  davanti alle onde. L'ho imparato al Workshop di canto corale a cui ho partecipato,da un Maestro dal talento incredibile  Yoshihisa Matthias Kinoshita . Credits Il mio ragazzo ha accettato di seguirmi in questa idea  e mi ha accompagnato alla chitarra,lui che suona il violino. Voglio cominciare con calma,lunedì, a piedi scalzi sull'erba del prato che circonda l

Mio nonno era un ciliegio

Non una palma. In realtà ci è voluta una settimana per metabolizzare questo ritorno dopo le vacanze di Natale. La partenza di un figlio, gli impegni a scuola, il gelo sulle strade, la confusione della casa abbandonata a se stessa, nuovamente... Diciamo tempi duri anche per il barattolo della felicità! In più noi docenti abbiamo dovuto affrontare il tema del lutto in classe, venendo a mancare un bambino afflitto da gravi patologie. Dunque, un pomeriggio ho vagato nei ricordi, nei libri, sul web  e finalmente mi è parso d'aver trovato una via,un senso, per raccontare ai bambini questo distacco con lievità. Credits Mio nonno era un ciliegio Quando avevo quattro anni, avevo quattro nonni: due nonni di città e due nonni di campagna. Quelli di città si chiamavano Luigi e Antonietta e assomigliavano spiccicati a tutta la gente di città. Quelli di campagna si chiamavano Ottaviano e Teodolinda e non ass

I Cacciatori nella Neve:raccontare un dipinto

Tutto comincia da un quadro e da cosa può raccontare.   (Un consiglio,fate partire la musica.)   L'atmosfera,i colori,la ricchezza dei particolari,i personaggi,il silenzio,la fatica dei passi sul declivio,i pensieri,il fascino,il mistero,la fiaba,la malinconia,il passato,la magia,i villaggi,le case,le montagne,il cielo,la luce...tutto davanti ai nostri occhi,ingrandito sullo schermo della lavagna interattiva ,un mattino di febbraio e gli alunni,attenti,seduti tra i banchi. Adoro questi momenti. L'arte di Bruegel stamattina si fa prossima. Diventa un mezzo per crescere,per immaginare,per raccontare,per meravigliarci,per amare qualcuno che molto tempo fa ha incastonato alberi e persone e cielo e montagne in un abbraccio di ghiaccio. Questo è febbraio,dicono i ragazzi. Lo osservano,anzi vogliono i tablet ,i miei nativi digitali ,per ingrandire e vedere cosa vi è altre il vicino,il mostrato ed anche io imparo,scopro e scrivo. Assieme annotiamo tutto.