Che dolcezza il suo profumo. Invade la casa con prepotenza e cambia le prospettive. Se dico che persino il mio ragazzo diciottenne ne ha voluto un tralcio sulla sua finestra. Là , nel grigio dello sfondo, tra computer e libri di quinta liceo, racconta ancora di più il nuovo che è nascosto nel suo giallo esploso d'improvviso. Eppure io sono qui a casa: malata. Senza scuola, se volevo guarire da tosse ed influenza. Lei, la mimosa del vicino, dimenticata nel gerbido, tra erbacce e rovi ancora dormienti, pare un mazzo giallo, che oggi si scuote nel vento. Nuovi colori, azzurri pallidi in cielo per salutare il mandorlo, le margheritine in gruppo, le persone che tornano ad occupare le strade. Come noi a Torino in una tregua dai malanni. Dunque pomeriggi dietro le finestre, aspettare la sera e coccolarsi con una torta all'arancia. Tempo fermato.
Diario di una mamma,nonna, maestra col pallino dell'uncinetto e non solo...