Sciarada del blog Animamundi
ha organizzato anche per quest’anno il suo (e nostro)
CALENDARIO DELL'AVVENTO
Un racconto,la semplice presenza per vivere insieme l'attesa del Natale
Alla stessa maniera mi piace ascoltarle,da sempre.
Ho trascorso l'infanzia tra racconti d'ogni tipo nella casa dei nonni.
Essendo poi diventata una maestra,mi sono esercitata nell'arte di tessere storie o d'immaginarle accogliendo quelle che sanno esprimere i ragazzi.
Proprio come questa.
Assolutamente vera,che narra di fatti lontani,di cui nessuno può più dirsi testimone.
Tomaso era il suo nome.Un anziano che viveva tra i boschi sulle nostre colline.
Io,giovane ventenne,fui incaricata di sollevare un poco la sua solitudine,portandogli un pasto caldo di tanto in tanto.
Quel giorno,sgranocchiando due noci accanto al focolare,lui cominciò.
Si era nel 1918 e Tomaso,semplice e analfabeta contadino piemontese, era stato mandato a combattere,a sentire i "pum-pum" sui monti,tra le rocce,sotto cieli freddi e ventosi che tanto gli ricordavano la sua terra.
Mancava da casa ormai da quattro anni e provava una nostalgia sconfinata.
Improvvisamente arrivò per lui il giorno del ritorno,proprio per Natale.
Prese treni senza saper leggere,mangiò poco o nulla tanto si era abituati,non dormì per giorni,pensando che c'era un posto da raggiungere.
Aveva scordato gli abbracci,persino i visi dei cari e nell'era delle lettere,nessuno era stato in grado di scrivergli.
Raggiunse Saluzzo,la cittadina a 7 Km di distanza da casa ,proprio la vigilia di Natale,nel pomeriggio,sotto una nevicata epocale anche per quei tempi.
Tutti gli consigliarono d'attendere il giorno:avrebbe potuto perdersi si strade buie,a piedi,con la bufera in corso.
Lui disse che se non era morto sotto i "pum-pum",non ci pensava di certo a farlo sulle sue colline,anche sotto la neve.
Partì nel buio.
Ogni passo lo portava più vicino a dove s'era ripromesso avrebbe trascorso la vita(cosa che fece).
Era ormai notte fonda, quella di Natale,quando vide le finestre.
Disse proprio vide a dispetto della tempesta e del buio.
Ad una mia domanda,di come avesse fatto a ritrovare la strada,il sentiero,il poggio tra tante difficoltà e stanchezze,Tomaso mi disse che in realtà l'aveva sentita con il cuore,un po' come fanno i cavalli che san tornare.
Dopo tanto,lui ricordava con precisione la sorpresa dei suoi che forse lo pensavano morto e il caffé fumante tra le mani.
Ancora si inumidivano gli occhi raccontando di quella notte.
Me la ripeté altre volte,perché non andasse dimenticata.
Ed io la immaginai anche quando lui era già volato lassù,in cielo.
Rimase talmente nei miei ricordi che decisi ,con il marito, di chiamare il mio figlio più piccolo come lui,Tommaso.
Proprio oggi, il mio Lorenzo attraverserà l'oceano per fare ritorno a casa,dopo cinque mesi di studio all'estero.
Ora ci sono aerei,auto,cellulari e tablet con skype e sono solo una manciata di giorni e lui ha scelto di stare lontano ,però voglio comunque che veda le sue finestre e noi dietro.
Ci senta.
Un po' come i cavalli.
Lascio il testimone a Mondod'Arte di Pia
E' vero, la strada di casa si sente con il cuore ed è un faro nella notte.
RispondiEliminaBellissima storia da non dimenticare.
Grazie!!Ed è merito tuo di non averla dimenticata!
EliminaBasta chiudere gli occhi e si possono trovare ricordi,suoni, profumi... tutto ci riporta a casa
RispondiEliminaHai ragione...anche io ricordo con gli occhi chiusi la casa dei miei nonni!
EliminaBellissimo.
RispondiEliminaLorenzo "sentirà" la sua casa, ne sono certa!
C
Adoro sentirlo ora girare per casa...
EliminaLui vedrà e sentirà...ne sono certa!
RispondiEliminaCiao Lorenza, grazie!
Infatti...un abbraccio lungo un mondo questa mattina...
EliminaBellissima Lorenza!
RispondiEliminaLa strada di casa si trova nella peggior bufera. Dove gli occhi non vedono vede il cuore.
Bacio grande a te!
Hai ragione,stamattina abbiamo visto tutti con il cuore....
EliminaBella storia,sa di Natale ma anche di amore per i propri luoghi,la propria casa gli affetti e le memorie che essa custodisce.Una finestra illuminata,braccia aperte ad accogliere.E' la magia dell'attesa.Ciao Lorenza
RispondiEliminaAdoro questa parte dell'anno e le storie che finiscono bene...Grazie!
EliminaIl ritorno a casa dei figli è sempre una grande gioia. Buon Natale!
RispondiEliminaHai ragione...oggi sono felice,felice!
EliminaLa strada di casa è quella che abbiamo sempre nel cuore e casa è l'unico posto dove, davvero, vogliamo sempre tornare. Bellissima favola vera.
RispondiEliminaAntonella
Lo so !!!Ed è per questo che l'ho tenuta a mente!
EliminaGrazie!
Emozioni di ieri che si accomunano alle emozioni di oggi, bellissimi ricordi destinati a tramandarsi di generazione in generazione.
RispondiEliminaE...che bello ritrovare vicini i propri cari a Natale !
Ciao Lorenza, se ti va di partecipare ad un meme di auguri natalizi, domani sarai nominata nel post sul mio blog.
RispondiEliminaBacio
Leggo il tuo racconto a posteriori. Commossa. Che bello ascoltare gli anziani che raccontano i loro profondi vissuti. L'ho fatto con i nonni infinitamente. e ancora oggi raggiungo gli anziani quasi centenari del mio paese per carpir loro usanze, ricordi, affetti, tradizioni e quant'altro. Questa è una meravigliosa storia per giunta natalizia. Grazie per averla condivisa: la strada dove ti porta il cuore è sempre quella giusta. Un raggio di luce sulla tua giornata.
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