Passa ai contenuti principali

Crochet jar covers


Non amo molto le rose moderne,
troppo rigide,
composte,
quasi sicure di sé,
però questa fa la differenza.
Quando fiorisce,
tutti se ne accorgono,
tanto è il suo profumo.
Se ne sta in boccio per giorni,
corolle perfette,
rosa bengala,
e poi si apre
in elegantissimi fiori:
in casa dura a lungo
e sprigiona tutta la sua bellezza.


Così 
la mia Rosa Caprice de Meilland 
può trasformarsi in sugar roses
da porre in barattoli
e regalare ad amici speciali.
Dopo averlo preparato
(una delizia,ve lo assicuro),
vado alla ricerca di idee
per trasformare i miei anonimi contenitori.


Sul web le proposte sono innumerevoli,
 m'incantano,
perfette nei colori,
raffinate o rustiche,
con tessuti,
fili ed etichette
personalizzate.


Però quando vedo questa,
prendo la decisione di usare il crochet
per abbellire,
rendere unico
il mio zucchero alle rose.


Leggo qua e là alcune istruzioni,
e poi mi invento
questi copri barattoli,
semplici,
veloci,
dai colori pastello,
che non devono oscurare
la bontà
del contenuto.


Dunque sempre partendo dal cerchio magico,
si avviano 6 maglie basse,
poi si raddoppiano,
ed infine si continua con aumenti 
sempre più distanziati
per ottenere il cerchio piatto
(1 maglia bassa,1 aumento;
2 maglie basse,1 aumento al giro successivo;
3 maglie basse,un aumento e così via).
Quando si raggiunge il bordo del coperchio,
si comincia a non più aumentare,
in modo da formare una sorta di cappellino.

Si termina con un gentile decoro
con un colore contrastante fatto
di 5 catenelle volanti,
salto una maglia del giro precedente,
eseguo una maglia bassa
fino al termine del giro.
Poi s'incolla
il lavoro al coperchio,
e ...sono soddisfatta!


Quale etichetta aggiungere,
per non appesantire,
per rendere grazioso
questo piccolo regalo?


Dopo esperimenti
con la carta,
ricerche in negozi,
trovo questa decorazione,
ormai messa via,
che mia figlia mi aveva portato da Ibiza:
piccoli medaglioni
di madreperla,
scoloriti dal tempo
e dal sole,
perfetti.


Manca solo la scritta
ed il contenitore
pare trasformato.


A volte basta poco.
E adesso,
via a nuovi lavori.
Oggi,però,
mi godo lui,
il suo violino
e l'ultimo giorno di scuola.


Troppo contenta!
It is so good!






Commenti

  1. Anche se ora non trovo più il tuo messaggio,per un attimo l'ho letto e le tue gentili parole mi hanno deliziata!Grazie Emanuela Rossi!!!!

    RispondiElimina

Posta un commento

Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.

Post popolari in questo blog

E Malama:Canto di guarigione per la madre Terra

 Mi sono svegliata presto. Credits Prevedo la classica giornata di una maestra  che va a scuola a preparare l'aula ed i primi lavori dei bimbi. Mi incanto a guardare il sorgere del sole, per un attimo mollo i pensieri,il da farsi,il consueto,la velocità e scrivo ad un'amica: "Oggi necessito di una spiaggia con davanti il mare,semmai pure l'oceano." Ed è così che nasce il canto da proporre lunedì agli alunni,di certo più storditi di me. Credits Canto di guarigione per la madre Terra,così si chiama: E Malama .( Testo ) Lo eseguono gli hawaiani  davanti alle onde. L'ho imparato al Workshop di canto corale a cui ho partecipato,da un Maestro dal talento incredibile  Yoshihisa Matthias Kinoshita . Credits Il mio ragazzo ha accettato di seguirmi in questa idea  e mi ha accompagnato alla chitarra,lui che suona il violino. Voglio cominciare con calma,lunedì, a piedi scalzi sull'erba del prato che circonda l

Mio nonno era un ciliegio

Non una palma. In realtà ci è voluta una settimana per metabolizzare questo ritorno dopo le vacanze di Natale. La partenza di un figlio, gli impegni a scuola, il gelo sulle strade, la confusione della casa abbandonata a se stessa, nuovamente... Diciamo tempi duri anche per il barattolo della felicità! In più noi docenti abbiamo dovuto affrontare il tema del lutto in classe, venendo a mancare un bambino afflitto da gravi patologie. Dunque, un pomeriggio ho vagato nei ricordi, nei libri, sul web  e finalmente mi è parso d'aver trovato una via,un senso, per raccontare ai bambini questo distacco con lievità. Credits Mio nonno era un ciliegio Quando avevo quattro anni, avevo quattro nonni: due nonni di città e due nonni di campagna. Quelli di città si chiamavano Luigi e Antonietta e assomigliavano spiccicati a tutta la gente di città. Quelli di campagna si chiamavano Ottaviano e Teodolinda e non ass

I Cacciatori nella Neve:raccontare un dipinto

Tutto comincia da un quadro e da cosa può raccontare.   (Un consiglio,fate partire la musica.)   L'atmosfera,i colori,la ricchezza dei particolari,i personaggi,il silenzio,la fatica dei passi sul declivio,i pensieri,il fascino,il mistero,la fiaba,la malinconia,il passato,la magia,i villaggi,le case,le montagne,il cielo,la luce...tutto davanti ai nostri occhi,ingrandito sullo schermo della lavagna interattiva ,un mattino di febbraio e gli alunni,attenti,seduti tra i banchi. Adoro questi momenti. L'arte di Bruegel stamattina si fa prossima. Diventa un mezzo per crescere,per immaginare,per raccontare,per meravigliarci,per amare qualcuno che molto tempo fa ha incastonato alberi e persone e cielo e montagne in un abbraccio di ghiaccio. Questo è febbraio,dicono i ragazzi. Lo osservano,anzi vogliono i tablet ,i miei nativi digitali ,per ingrandire e vedere cosa vi è altre il vicino,il mostrato ed anche io imparo,scopro e scrivo. Assieme annotiamo tutto.