Mi piace il loro volo silenzioso,
l'apparente immobilità dello stare in cielo.
Il perdersi tra le nuvole
in viaggi lenti,
per arrivare a seconda del vento.
Diciamo
qualcosa di magico
per una che il volo
l'ha soltanto assaporato
guardando l'orizzonte,
nei tagli bianchi
che rigano l'azzurro;
l'ha immaginato nei pensieri di chi,
in un giorno,
ha attraversato il mondo
per arrivare in una nuova famiglia.
Oltre,oltre queste montagne...
Così,
appena le ho viste(qui),
non ho potuto resistere
ed ho riempitole le sere
pensandole sparse
sui rami del melograno in bottiglia,
e non solo.
Diciamo un volo notturno.
Prima il pallone,
tondo,
che si modella,
giro,
dopo giro,
riempiendosi di ovatta;
poi il cesto
da appendere,
colorato ed accogliente,
per portarci assieme,
per custodirci al sicuro;
ed ora le funi
a cui legare i nostri viaggi,
i nostri stare in alto
anche nei giorni senza azzurro.
Quelli in cui non si vedono
righe in cielo,
quelli in cui
si contano le ore per un ritorno,
quelli in cui
si aspettano le luci del caminetto
per sorridere
guardando il loro volo.
Oggi sono in aria.
E non è una novità.
Come lei ,leggera...
anche io sono sempre in aria....ed anche questa non è una novità.
RispondiEliminaPoi è venerdì, due giorni a casa.
Poi qua si sente PRIMAVERA e si sente anche se, in questo momento, il cielo è pieno di nuvole grigie.....ma guardo l'orologio e spio dai vetri quanti minuti in più di luce la natura ci regala.
La sento dentro, sferruzzando per Unai e sognando ed immaginando l'anima che sta arrivando tra noi.
La sento e fotografo continuamente il cielo. E' buffo, mio figlio mi prende in giro ....ma fotografo lo stesso pezzetto di cielo, sempre la stessa inquadratura...ed ogni giorno è diverso!
Un abbraccio Emanuela
Che bella questa idea di fotografare sempre lo stesso pezzo di cielo! Anima semsibile!
RispondiEliminaUn bacio