Al primo fiocco
che indugiando nell'aria,
si posa leggero sul vetro,
mi prende un'allegrezza lontana,
un desiderio di bianco
che azzera ogni bruttura,
che rende la notte luminosa
e i prati di velluto.
Dopo,
e solo dopo,
immagino le strade lente,
la fatica del cammino,
la confusione dei mattini
partiti in anticipo,
bisognosi di pala e di guanti.
Allora prendo in prestito
queste parole
e compongo una storia,
per loro,
ma anche per me:
si può continuare
a vedere
il cielo che cade a piccoli pezzi,
oggi.
Ebbene...
in questa città di gente senza posa,
si andava sotto la neve di fretta,
aprendo ombrelli
e abbassando lo sguardo.
La neve cadeva
e nessuno vedeva:
non un viso sollevato a riempirsi di fiocchi.
Così il vento,
indispettito,
spinse in aria gli ombrelli,
riempiendo l'orizzonte di colori.
Gli uomini furono obbligati
e ad occhi levati,
videro ciò che bastava per quel giorno.
Missione compiuta!
Gli ombrelli tornarono dai loro padroni:
capelli bagnati e sorriso stampato.
Solo uno rimase tra le nuvole.
Sentiva che stava arrivando
un tempo nuovo,
voleva essere il primo
ad annunciarlo,
anche in mezzo alla bufera.
Si sa quale:
il verde.
Per questo
spargo i cuori,
imparati qui,
sottili,
gonfi,
ricamati,
di lana già usata,
posati per ora in fila,
ma pronti a parlarci
di giorni futuri.
Qualcosa da amare.
O d'amore
voglio parlare.
Grazie Michela...
tu parli sempre d'amore, con una gentilezza ed una sensibilità che ogni tua parola è davvero una carezza.
RispondiElimina5 bellissime giornate con il mio Unai, con Giulia da coccolare ed accudire, preparandole focacce calde e torte di mele, con i giocattoli sparsi ovunque e la sua vocina che chiama " nonna, vieni".
Aspettavamo la neve, che non è arrivata. Mi godo la tua. Mi godo ogni tua parola. Emanuela
I tuoi commenti sono come te, una carezza! Fortunato Unai!
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