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Insieme Raccontiamo 24 "La Signora"




 Dopo tanto,torno a partecipare al gioco di Patricia
Partendo da un incipit che lei stessa ci offre, scrivere un racconto,una conclusione e questa volta non vi erano limiti di parole,di battute.
Non sapevo come avrei continuato questa storia e mai,mai avrei pensato che sarebbe finita proprio come l'ho scritta in questo radioso pomeriggio di settembre.
Ha preso questa piega ed io ho lasciato che accadesse.

Incipit 
“Ci son strade che portano ovunque
Ci sono incroci che portan lontano
Ma quando vedrai
un cervo che scappa
un serpente che attacca
e di un uomo le gambe soltanto
saprai che sotto al varco dovrai passare
e il pericolo andare ad incontrare.”
Ok! Poteva andare bene e incominciò a spedire gli inviti.


Anche questa era fatta. 
Pensò quieta la Signora,così da tutti  veniva chiamata.
Null'altro attendeva che l'ultimo respiro.
E in quel tardo pomeriggio,sorridendo alla sorte,salutò questo mondo,pacata e gentile com'era vissuta.
Sola ,ma non infelice,con tanta vita alle spalle,tanti fatti,forse avventure,di sicuro incontri persi e ritrovati ed ancora smarriti.
La funzione di commiato fu dignitosa e composta ed i pochi che sapevano del capanno,della sua esistenza ai margini della foresta ,la accompagnarono in questo ultimo viaggio pensando a quanti e quali segreti se ne fossero andati assieme  alla sua vita vagabonda e solitaria.
Era arrivata fin lì da chissà quale posto nel mondo,mai ne aveva fatto parola con alcuno,eppure si vociferava in paese di un passato "ribelle",di lontani affanni e di ricchezze nascoste che le permettevano di vivere senza preoccupazioni,con leggerezza .
Poi cominciarono ad arrivare.
Omuncoli da niente,con tanto di mappa e sorrisi troppo candidi per essere veri che si perdevano nell'intrico di rami ed arbusti,lottando con la stagione che avanzava:non una parola e molti desideri nei loro occhi.
Ma anche uomini dalle spalle robuste e lo sguardo furbo,o almeno pareva, cacciatori e atleti che sapevano correre sui sentieri della foresta,nella pioggia e nel fresco della notte:un continuo ansimare tra le foglie a terra,un cercare senza posa.
In paese si credeva che fossero lontani spasimanti della Signora,tutti in cerca di un fantomatico tesoro.
Di tanto in tanto si udivano degli spari,delle grida perse tra le chiome.
Poi più nulla:arrivò l'inverno e il mondo si dimenticò del capanno,della foresta e ovviamente della Signora.
Fu nell'estate a venire che accadde.
Scese dal treno una ragazza dalle movenze eleganti,minuta e bellissima.
Ai paesani parve l'arrivo di una fata,o quasi.
Non risalì il sentiero,non si avventurò tra i boschi in cerca del capanno ,ma tutti capirono:il modo di camminare,un certo sorriso,la gentilezza dello sguardo ricordavano in modo esagerato quello della Signora e la seguirono.
Si avviò verso la chiesa,entrò nel piccolo cimitero del paese e  in un angolo,quello che era stato scelto dalla donna per la propria sepoltura,si sedette e si mise a guardare.
Al di là del muro si apriva una radura,sormontata da un grande albero,contorto,avviluppato su se stesso in una miriade di rami:di certo una pianta secolare.
In centro il tronco si divideva e si perdeva in alto in cento propaggini :questo era il cervo dalle corna contorte come sul punto di fuggire.
Verso il basso alcune fronde si insinuavano nella terra ,sfiorandosi ed allontanandosi  come in un gioco di cortecce e foglie:ecco in arrivo il serpente minaccioso   .
Lontano,dove l'albero era più fitto , la ragazza vide due rami additare il cielo,passi immaginari da fare contro le nuvole quando il mondo ti viene ad uggia:non restava che alzarsi e passare sotto il varco,aspettando un pericolo o chissà.
Sparì tra le chiome e vi rimase fino al tramonto.
Nessuno attese il suo ritorno ed i paesani tornarono alle loro occupazioni,chiacchierando di altro.
Lei invece trovò le sue risposte o meglio il suo tesoro.
Lo avvolse in un foulard verde mela e si allontanò dall'albero,dalla radura e dal paese.
Dicono che si fosse voltata ancora una volta,appena passato il muro e avesse detto con voce sottile: "Grazie mamma...".
Comunque non ne erano certi.



Commenti

  1. Bellissimo Lorenza! Una storia di affetto e amore.
    Non importa sapere quale tesoro abbia trovato la fanciulla. Per lei è importante.forse c'era il suo cuore metaforicamente parlando racchiuso in un qualunque oggetto.
    Grazie stella, buona serata

    RispondiElimina
  2. Bellissimo Lorenza! Una storia di affetto e amore.
    Non importa sapere quale tesoro abbia trovato la fanciulla. Per lei è importante.forse c'era il suo cuore metaforicamente parlando racchiuso in un qualunque oggetto.
    Grazie stella, buona serata

    RispondiElimina
  3. ma sai che sei speciale?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mia cara,ma devo ribadire che ciascuno di noi è speciale!

      Elimina
  4. Sì, è bellissimo questo racconto che con il suo filo lega il passato al presente, bravissima Lorenza!

    RispondiElimina

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