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Il verde addosso


"Mi piacerebbe proprio indossare  tutto questo verde!".


"Scordatelo,mamma,è costoso e adesso abbiamo altre spese".


Così ha esclamato la ragazza di casa
riportandomi alla realtà:
in fondo era solo un desiderio,
una piacevolezza in cui volevo avvolgermi.


Soprattutto mi attraeva la borsa a tracolla:
piccola,raffinata e verde,
che dire di più...

Dopo alcuni giorni di meditazione,
(a me capita),
ho deciso che potevo provare a costruirmela
con l'uncinetto.

Di certo non sarebbe venuta così bella ed elegante
o forse non sarebbe venuta per niente.


Mi aspettavo giorni difficili di faccio e disfaccio
anche perché sul web non ho trovato modelli
in grado di soddisfarmi.

Sono partita dalla fettuccia verde,
quasi la stessa sfumatura,evviva!

Poi ho usato la rete per indurire la borsa.
Su internet si trovano parecchi tutorial
che aiutano ad imparare questa tecnica.


Praticamente si taglia un rettangolo
e si lavora  a catenelle infilando l'uncinetto
 e la fettuccia nelle maglie della rete:
in un pomeriggio è finito,
durante un turno di nanna del piccolo 
per intenderci.


Poi ho deciso di partire direttamente dal rettangolo
per creare i lati della borsa:
alcuni giri a maglia bassissima seguendo 
la piegatura finale voluta,
con diminuzioni per accentuare il tondo
ed infine alcuni punti a zig zag per chiudere.


La tracolla non è altro che una striscia 
sempre a maglia bassissima
da agganciare ai lati della borsa 
e lunga sui 105 cm.


Dopo aver ponderato molte scelte,
ho optato per una chiusura ad alamaro,
semplice e di certo comoda,
e trovando sotto gli occhi
i miei amati "vetrini" di un tempo,
non ho resistito,
ne ho cucito uno
davanti,sulla chiusura.


Non mi resta che provarla.


Dirò se mi sono sentita
il verde addosso,
con tutto quello che segue:
giorni ancora caldi  immersi in una luce che già cambia,


 sfumature da accogliere 
insieme a lui
per vivere la bellezza dell'estate che finisce,
dell'autunno che arriva.


La musica dell’estate lontana vola intorno all'autunno,
 cercando il suo nido perduto.
 (Rabindranath Tagore)




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