E' accaduto un giorno in classe.
Vi erano tanti assenti e così abbiamo fatto insieme l'appello.
Alla primaria non è usuale e forse con i miei piccoli di seconda era la prima volta.
Un coro di voci seguiva il mio elenco,
sempre più forte,sempre più convinti e direi quasi euforici.
Da quel giorno ,ogni mattina,partiva la richiesta dell'appello,anche se c'eravamo tutti.
Parevano cinque minuti di entusiasmo collettivo.
In principio, ero decisamente colpita da questa loro richiesta
e ho pensato che fosse un bisogno di routine all'interno delle attività della classe,
un attimo iniziale prima di cominciare,nient'altro.
Col tempo ho cominciato a desiderare anch'io il momento
in cui uno alla volta,
me compresa,
diceva:
"Presente,ci sono,voglio esserci stamattina...
Perché faremo cose nuove,
perché staremo insieme,
perché ripeteremo quelle che già sappiamo per farle diventare nostre,
perché sbaglieremo e magari ci rattristeremo,
perché si cancellerà una riga e ci sarà lo spazio per scriverne una nuova,
perché aggiungeremo dei disegni alla parete,
perché qualcuno dirà una cosa bella e tutti saremo lì ad ascoltarla,
perché si perderanno degli oggetti e si farà festa quando li si troverà nelle tasche,
perché si parlerà troppo,troppo da avere le orecchie stanche,
perché si colorerà in silenzio aspettando che lo sfondo del cielo sia tutto steso,
perché si riderà,ma tanto ,allontanando i pensieri per un poco,
o magari si piangerà perché la merenda dell'intervallo è rimasta a casa,sul tavolo,
e la fame è tanta,
perché ci annoieremo e guarderemo fuori le colline e l'incedere delle stagioni,
perché racconteremo di noi,della volta che e gli altri ci ascolteranno,
suvvia,non tutti,qualcuno farà altro,
ma ci sta,avrà perso la nostra storia,
tutto qui,
oppure ci arrabbieremo,
incredibile,anche litigheremo
e ci sarà la sensazione di essere soli contro il mondo,
tristissimo,
ma poi non durerà a lungo,
perché ci sarà sempre qualcuno ad allungare la mano,
senza toccarci,mi raccomando,
siamo in tempo di pandemia!
si canterà soffiando nelle mascherine,
si correrà e si starà fermi
e questo non sarà così bello,
ma se durerà poco,
si potrà sopportare.
Perché aspetteremo il nostro turno,
non sempre con pazienza.
.
Dopo le righe,useremo i quadretti,
dopo una cosa facile,da fare con il pensiero altrove,
arriverà quella difficile,
quella che ancora non sono capace ...diciamo che spaventa ,
che di sicuro sbaglieremo in tanti,
pure la maestra alla lavagna ha tirato la riga storta,
eppure non ci arrenderemo,
con un sospiro,
uno sguardo serio alla pagina,
diremo,
sarò soddisfatto,
però non oggi.
ed avere ancora voglia di finire l'ultima parola,
o magari di mai più prendere la penna in mano,
per qualche ora almeno.
A casa potremo dire
NOI.
Si impara.
Ogni giorno,ovunque.
Però bisogna esserci,
dire presente,
con tutti i rischi del caso.
Salutando un 2020 così nefasto
è questo il mio proposito
per l'anno a venire.
Presente,
almeno ci provo.
Per Costarainera dovrò ancora aspettare.
Ciao Lorenza! Auguri di buon anno!
RispondiEliminaCi saranno di nuovo baci e abbracci. Sussurri nelle orecchie, vento fresco di primavera.
Ci sarà. Tutto tornerà
Un abbraccio
Ciao cara, che piacere!!! Un abbraccio virtuale e tanti auguri!
EliminaChe bel post! Che meraviglia avere a che fare con qualcuno che cresce! Auguri!
RispondiEliminaGrazie mille e auguri!
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