Passa ai contenuti principali

Crochet Landscape: paesaggio assolato sotto il cielo d'estate




Conosco un unico modo per silenziare un poco i pensieri,
quelli negativi,quelli che ti svegliano nel cuore della notte e che non riesci a dominare.


Per me è occupare la mente e le mani in un nuovo progetto


Se per caso è ardito è meglio.

Se devo fare e disfare senza essere pienamente soddisfatta è proprio perfetto.


Poi se alla fine lo accetto con le imprecisioni e i difetti,
vuol dire che il percorso ha avuto un senso.


Nella precarietà dei giorni,di questi che lasciano noi italiani senza parole,
voglio tenere negli occhi i paesaggi che ho visto durante l'anno.


Gli orizzonti di colore e di bellezza che scorgo osservando i viaggi degli altri,
di questa estate che volge al termine.


Ho cercato nel web senza trovare molto (qui un'idea che mi ha ispirata)
 e così ho rimosso gli indugi e ho provato a realizzare 
il mio paesaggio assolato sotto il cielo estivo.


Lo volevo davanti agli occhi,per questo il maritino ha lavorato a lungo 
e l'abbiamo posizionato sulla scala d'ingresso,
con nuove luci  proprio sul passaggio di tutti.


Un pannello di 50 cm di larghezza  tutto lavorato a maglia bassa,inseguendo i colori,
un po' quelli del mare,delle colline arse dal sole,
un po' quello dei parchi del Nord,del fresco che si infila nei venti e tra le nuvole:
un pizzico di mondo che sale con curve e discese come i nostri giorni qui.


Il punto pelliccia (ancora qui) rende a mio avviso il paesaggio più vivo.
Che ne so,magari è una fila di querce 
oppure la brughiera o i cespugli sulle dune 
o ancora una nuvola che non porta pioggia,
almeno non oggi.


Per farlo occorre:
scegliere i colori facendosi anche guidare da ciò che si vede oltre la finestra

usare filati di diversa grandezza per creare l'irregolarità preziosa che ci circonda

seguire l'orizzonte crescendo nelle curve delle colline

cambiare spesso l'andamento del lavoro,qualche volta orizzontale,altre  in salita o discesa

arricchire il panello con lunghe frange

legarlo in alto ad un bastone 

sorridere degli errori e  trovargli un posto adatto.


Adesso provo a farne un altro.





When I was 5 years old, my mother always told me that happiness was the key to life. When I went to school, they asked me what I wanted to be when I grew up. I wrote down ‘happy’. They told me I didn’t understand the assignment, and I told them they didn’t understand life.”


John Lennon


Commenti

  1. tutto si complica quando la nostra felicità non coincide con la felcità di chi amiamo....

    RispondiElimina
  2. Un pannello che riprende i colori dell'estate, bellissimo!

    RispondiElimina

Posta un commento

Non inserire link cliccabili altrimenti il commento verrà eliminato. Metti la spunta a Inviami notifiche per essere avvertito via email di nuovi commenti al post.

Post popolari in questo blog

E Malama:Canto di guarigione per la madre Terra

 Mi sono svegliata presto. Credits Prevedo la classica giornata di una maestra  che va a scuola a preparare l'aula ed i primi lavori dei bimbi. Mi incanto a guardare il sorgere del sole, per un attimo mollo i pensieri,il da farsi,il consueto,la velocità e scrivo ad un'amica: "Oggi necessito di una spiaggia con davanti il mare,semmai pure l'oceano." Ed è così che nasce il canto da proporre lunedì agli alunni,di certo più storditi di me. Credits Canto di guarigione per la madre Terra,così si chiama: E Malama .( Testo ) Lo eseguono gli hawaiani  davanti alle onde. L'ho imparato al Workshop di canto corale a cui ho partecipato,da un Maestro dal talento incredibile  Yoshihisa Matthias Kinoshita . Credits Il mio ragazzo ha accettato di seguirmi in questa idea  e mi ha accompagnato alla chitarra,lui che suona il violino. Voglio cominciare con calma,lunedì, a piedi scalzi sull'erba del prato che circonda l

Mio nonno era un ciliegio

Non una palma. In realtà ci è voluta una settimana per metabolizzare questo ritorno dopo le vacanze di Natale. La partenza di un figlio, gli impegni a scuola, il gelo sulle strade, la confusione della casa abbandonata a se stessa, nuovamente... Diciamo tempi duri anche per il barattolo della felicità! In più noi docenti abbiamo dovuto affrontare il tema del lutto in classe, venendo a mancare un bambino afflitto da gravi patologie. Dunque, un pomeriggio ho vagato nei ricordi, nei libri, sul web  e finalmente mi è parso d'aver trovato una via,un senso, per raccontare ai bambini questo distacco con lievità. Credits Mio nonno era un ciliegio Quando avevo quattro anni, avevo quattro nonni: due nonni di città e due nonni di campagna. Quelli di città si chiamavano Luigi e Antonietta e assomigliavano spiccicati a tutta la gente di città. Quelli di campagna si chiamavano Ottaviano e Teodolinda e non ass

I Cacciatori nella Neve:raccontare un dipinto

Tutto comincia da un quadro e da cosa può raccontare.   (Un consiglio,fate partire la musica.)   L'atmosfera,i colori,la ricchezza dei particolari,i personaggi,il silenzio,la fatica dei passi sul declivio,i pensieri,il fascino,il mistero,la fiaba,la malinconia,il passato,la magia,i villaggi,le case,le montagne,il cielo,la luce...tutto davanti ai nostri occhi,ingrandito sullo schermo della lavagna interattiva ,un mattino di febbraio e gli alunni,attenti,seduti tra i banchi. Adoro questi momenti. L'arte di Bruegel stamattina si fa prossima. Diventa un mezzo per crescere,per immaginare,per raccontare,per meravigliarci,per amare qualcuno che molto tempo fa ha incastonato alberi e persone e cielo e montagne in un abbraccio di ghiaccio. Questo è febbraio,dicono i ragazzi. Lo osservano,anzi vogliono i tablet ,i miei nativi digitali ,per ingrandire e vedere cosa vi è altre il vicino,il mostrato ed anche io imparo,scopro e scrivo. Assieme annotiamo tutto.